LE PROSTATITI

Le patologie infiammatorie della prostata rappresentano un problema sociale sia perché hanno un’elevata incidenza nella popolazione soprattutto giovane maschile sia per i costi correlati ai tassi di morbilità. Il National Institutes of Health classifica le prostatiti in:
- Prostatite acuta batterica:
- Prostatite cronica batterica:
- Prostatite cronica/dolore pelvicocronico
a. di tipo infiammatorio
b. di tipo non infiammatorio
- Prostatite asintomatica:

I principali germi patogeni responsabili del loro sviluppo sono:
- Gram negativi: Escherichia coli, Proteus, Klebsiella e Pseudomonas
- Gram positivi: Enterococci, Staphylococcus aureus, E. Fecalis
- Micosi: Chlamydia trachomatis

FOTO: ecografia transrettale della Prostata che dimostra la presenza numerose aree calcifiche (area " bianche") da sclerosi tessutale secondarie a prostatite cronica

Nella pratica clinica l’Urologo suddivide le prostatiti in:
A- Prostatite acuta Quando il paziente si presenta con i seguenti sintomi: febbre, dolore pelvico, disturbi di svuotamento vescicale fino alla ritenzione urinaria e stranguria con urgenza minzionale. Nei casi più gravi si può avere un quadro di urosepsi generalizzata ed emospermia.

B- Prostatite cronica
Quando ad una sintomatologia urinaria più attenuata si associano disturbi andrologici riferibili sia all'erezione sia all' eiaculazione entrambe condizioni che hanno impatto negativo sulla qualità di vita del Malato. Queste forme hanno una spiccata tendenza alla recidiva

DIAGNOSI

La diagnostica di primo livello è affidata, oltre all’esame obiettivo, all’ecografia transrettale della prostata, all’urinocoltura, alla spermiocoltura e allo spermiogramma.

Nei casi non responder sono indicati esami più invasivi quali l’esame urodinamico e la cistoscopia.
Nel caso delle forme batteriche ovviamente il trattamento antibiotico mirato risulta fondamentale.
Una corretta impostazione terapeutica deve sempre tener presente:
1- i dati dell’antibiogramma
2- i dati delle MIC
3- la farmacocinetica dell’antibiotico da utilizzare al fine di essere sicuri che la molecola farmacologica riesca a raggiungere adeguatamente il tessuto prostatico.

Incoraggianti risultati in termini di miglioramento della qualità di vita sono segnalati dopo l’utilizzo combinato di antibioticoterapia e fitoterapia e/o nutraceutica (Serenoa reprens, curcuma ecc...)

La prostatite cronica abatterica o dolore pelvico cronico si caratterizza per la scarsa risposta clinica ai trattamenti farmacologici e dalla modesta compliance del paziente perchè “provato“ dalle numerose recidive sintomatiche.

A causa della variabilità clinica un trattamento personalizzato delle prostatiti può essere vincente; infatti in questa logica è stato proposto l’acronimo UPOINT a sintesi degli steps diagnostico-terapeutici da pianificare:
U = Urinario
P = Psicologico
O = Organo-specifico
I = Infezione
N = Neurologico
T = Tensione o dolorabilità
S = Sessualità

TERAPIA MEDICA

In questi casi quale che sia il trattamento medico non si può prescindere da tre considerazioni:

1-La necessità della riduzione l’uso sconsiderato degli antibiotici a causa del rischio delle resistenze batteriche
2. Che in letteratura ci sono incoraggianti evidenze a favore della fitoterapia/nutraceutica
3- Nel trattamento del dolore l’associazione tra l’estratto di polline e le vitamine del gruppo B sembra avere un effetto clinico superiore ai FANS e minori effetti collaterali.